La celiachia è una condizione autoimmune che colpisce l’intestino tenue in risposta all’ingestione di glutine, una proteina presente in cereali come frumento, orzo e segale.
Questa patologia è oggetto di crescente interesse nella comunità medica, considerando il crescente numero di persone che scoprono di esserne interessate.
Molti a tal proposito, soprattutto persone che hanno già pazienti celiaci tra i parenti di primo grado, si chiedono se sia possibile prevenirla.
Proveremo allor a fare luce sullo stato attuale delle conoscenze e sulla prevenzione della celiachia.
Comprendere la celiachia e i suoi fattori di rischio
La celiachia è una malattia complessa con una componente genetica significativa.
Gli individui con parenti di primo grado affetti da celiachia hanno un rischio maggiore di sviluppare la condizione.
Chiaramente la sola presenza di geni predisponenti non è sufficiente per lo sviluppo della malattia.
Ci sono infatti fattori ambientali e lo stile di vita giocano un ruolo cruciale nell’attivazione della risposta immunitaria aberrante caratteristica della celiachia.
Tra questi i principali sono:
- Predisposizione genetica (presenza degli alleli HLA-DQ2 e HLA-DQ8)
- Introduzione precoce o tardiva del glutine nella dieta infantile
- Infezioni gastrointestinali
- Alterazioni del microbioma intestinale
- Stress psicofisico
Il ruolo dell’alimentazione infantile nella prevenzione
Recenti studi hanno focalizzato l’attenzione sull’importanza dell’alimentazione nei primi anni di vita come possibile strategia preventiva.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda l’allattamento al seno esclusivo per i primi sei mesi di vita, seguito dall’introduzione graduale di alimenti complementari, inclusi quelli contenenti glutine.
Alcune ricerche suggeriscono che l’introduzione del glutine tra i 4 e i 6 mesi di età, mentre il bambino è ancora allattato al seno, potrebbe ridurre il rischio di sviluppare la celiachia.
È comunque importante notare che questi risultati non sono definitivi e sono necessari ulteriori studi per confermare questa ipotesi.
L’importanza del microbioma intestinale
Il microbioma intestinale, l’insieme dei microrganismi che popolano il nostro tratto gastrointestinale, svolge un ruolo fondamentale nella regolazione del sistema immunitario e nella protezione contro le malattie autoimmuni.
Recenti ricerche hanno evidenziato differenze significative nella sua composizione tra individui celiaci e non celiaci.
Tra le buoni abitudini per prendersi cura del proprio microbioma intestinale possiamo citare:
- Consumo di alimenti probiotici e prebiotici
- Dieta ricca di fibre e vegetali
- Riduzione dello stress
- Evitare l’uso eccessivo di antibiotici
Sebbene non sia ancora chiaro se queste misure possano prevenire direttamente la celiachia, promuovere un microbioma sano è generalmente considerato benefico per la salute intestinale complessiva.
Diagnosi precoce e screening
Mentre la prevenzione primaria della celiachia rimane un obiettivo sfuggente, la diagnosi precoce e lo screening dei gruppi a rischio sono fondamentali per prevenire le complicanze associate alla malattia non trattata.
I sintomi della celiachia possono infatti essere subdoli e variare notevolmente da persona a persona, rendendo la diagnosi talvolta difficile.
Lo screening sierologico, che include test per gli anticorpi anti-transglutaminasi tissutale (tTG-IgA) e anti-endomisio (EMA-IgA), è raccomandato per:
- Parenti di primo grado di pazienti celiaci
- Individui con altre malattie autoimmuni (es. diabete di tipo 1, tiroidite di Hashimoto)
- Persone con sindrome di Down o Turner
Una diagnosi precoce consente di poter sin da subito di prendere le contromisure e iniziare a mangiare senza glutine, l’unico trattamento attualmente efficace per la celiachia, prevenendo così le potenziali complicanze a lungo termine.
Ricerca e prospettive future
La ricerca sulla celiachia si evolve continuamente, con numerosi studi che esplorano nuove strategie preventive e terapeutiche.
Alcune buone prospettive sono:
- Sviluppo di vaccini per indurre la tolleranza al glutine
- Terapie enzimatiche per degradare il glutine nel tratto gastrointestinale
- Modulazione del microbioma intestinale
- Identificazione di biomarcatori precoci della malattia
Questi approcci innovativi potrebbero in futuro offrire nuove opportunità per prevenire o trattare la celiachia, migliorando significativamente la qualità di vita dei pazienti.
Raccomandazioni generali
Allo stato attuale delle conoscenze, non esiste un metodo certo per prevenire completamente lo sviluppo della celiachia.
Ad ogni modo, adottare uno stile di vita sano e prendersi cura della propria alimentazione potrebbe potenzialmente ridurre il rischio o ritardare l’insorgenza della malattia in individui geneticamente predisposti.
Per coloro che sono a rischio o sospettano di avere la celiachia, è fondamentale consultare un medico specialista per una valutazione accurata e, se necessario, sottoporsi a screening.
La diagnosi precoce e l’osservare una dieta rigorosamente priva di glutine rimangono i pilastri della gestione della celiachia.