Chi e cosa fa l’amministratore di sostegno?
La figura dell’amministratore di sostegno entra in gioco nel momento in cui a causa dell’avanzare dell’età o di una malattia debilitante, una persona perda la facoltà di occuparsi di sè stessa e dei propri bisogni.
Il suo ruolo consiste nel sostenere un soggetto dal punto di vista giuridico quando quest’ultimo non è più in grado di garantire i propri interessi.
A seconda della gravità della situazione, l’amministratore di sostegno può assistere con funzione paritaria o sostituirsi completamente all’assistito nel caso in cui la disabilità sia così invalidante da impedire scelte e decisioni coscienti.
Tutto ciò che comprende la sfera giuridica è di competenza dell’amministratore così come in caso di cure mediche, la gestione del patrimonio, la corrispondenza con gli enti preposti, le decisioni relative al luogo di degenza e le cure da intraprendere.
In base all’articolo 410 del Codice Civile è fatto obbligo di tener conto dei bisogni e delle aspirazioni del beneficiario, informandolo costantemente delle azioni che si intendono svolgere e comunicando con un giudice tutelare che può sempre intervenire nel caso in cui non sia d’accordo con le decisioni adottate dall’amministratore di sostegno.
Dato che gestire il patrimonio di terzi rappresenta una responsabilità ma soprattutto può scatenare interessi e dissensi, la nomina di tale figura non è scevra di discussioni anche in ambito familiare, ed è in questi casi che è possibile rivolgersi a studi legali con avvocati specializzati come amministratori di sostegno.
Perché rivolgersi ad uno studio legale?
Quando una persona non è in grado di amministrare se stessa e i propri beni a causa di disabilità fisiche o mentali bisogna interpellare un tribunale che si adopererà per la nomina dell’amministratore di sostegno. In questa fase è utile essere affiancati da professionisti, come gli avvocati che lavorano presso lo Studio Legale Salata di Roma.
Quando è possibile, si preferisce nominare un parente dell’assistito e tale promozione spetta ad una serie di soggetti quali: il beneficiario stesso quando si tratta di minori o parzialmente inabili, il Pubblico Ministero, il coniuge o il convivente, i parenti fino al quarto grado, gli affini sino al secondo grado, il tutore o il curatore dell’assistito e la persona con cui è unito/a a livello civile.
Considerato che coloro che possono concorrere alla nomina sono diverse e spesso più di un soggetto intrattiene legami con l’assistito, la designazione del ruolo di amministratore di sostegno è spesso teatro di discussioni e malcontenti.
Una presunta descrizione errata in merito alle condizioni di salute dell’assistito, presumibili incongruenze sulla revisione di redditi e patrimoni e dubbi sull’effettivo interesse dell’amministratore designato sugli interessi dell’assistito, sono solo alcuni dei motivi per cui diventa di vitale importanza la collaborazione di uno studio legale.
A tal proposito lo Studio Legale Salata è specializzato in ricorsi per la nomina di amministratori di sostegno e funge da assistente nello svolgimento di tale ruolo. Inoltre nel caso in cui ci si voglia opporre ad una nomina nel caso in cui si ritenga che l’amministratore di sostegno non stia svolgendo diligentemente il proprio ruolo, un team di avvocati è sempre pronto ad affiancare i propri assistiti.
Perché rivolgersi allo Studio Legale Salata?
Si potrebbe erroneamente pensare che non ci siano molte differenze tra i vari studi legali, ma ciò non è esatto, specialmente in merito allo Studio Legale Salata.
Questo team di avvocati crede nell’avvocatura e la considera più una missione sociale che la vendita di un prodotto.
Coloro che ritengono di aver assistito ad una violazione dei propri diritti o di aver subito un’ingiustizia troveranno in questo team di professionisiti a Roma che sono totalmente in grado di comprendere le esigenze e i sentimenti dei propri assistiti.
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